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AFD Genova è lieta di presentare una vasta selezione di telescopi astronomici delle migliore Marche.
La caratteristica più importante di un telescopio è il diametro dell'obiettivo o apertura, sia esso lente o specchio; quanto più grande è il diametro dell'obiettivo, tanto maggiore sarà la luminosità del telescopio, la sua capacità di vedere i dettagli delle immagini (il potere risolutivo), il potere di ingrandimento. Un'altra caratteristica - meno importante - dei telescopi è la lunghezza focale dell'obiettivo, che influenza il potere d'ingrandimento e la luminosità del sistema nelle applicazioni fotografiche, oltre che la lunghezza fisica del tubo ottico (ma non in tutti i casi).
L'ingrandimento di un telescopio è la sua apparente capacità di "avvicinare" gli oggetti osservati; la sua importanza viene in genere enormemente sopravvalutata dai profani e dai principianti. In realtà l'ingrandimento ha un'importanza secondaria nella valutazione delle prestazioni di uno strumento, e va sottolineato che esso può essere facilmente variato intercambiando gli oculari, sostituibili a piacere su qualsiasi telescopio. Il massimo ingrandimento "pratico" di un telescopio dipende dal diametro dell'obiettivo, ed è all'incirca pari al doppio del diametro (espresso in mm) per i riflettori, e di 2,5-3 volte il diametro per i rifrattori. L'ingrandimento si calcola dividendo la focale del telescopio per la focale dell'oculare (esempio: un telescopio con focale di 1000mm ed un oculare da 20mm fornirà un ingrandimento pari a 50X).
Il potere risolutivo è la capacità di un obiettivo di rivelare come distinti i particolari dell'immagine. Esso dipende strettamente dal diametro dell'obiettivo e pertanto uno strumento, poniamo da 100mm di diametro, mostrerà più dettagli rispetto ad uno strumento da 60mm. Si calcola con la formula di Dawes: Pr=120/D(mm), dove D = diametro dell'obiettivo.
Il modo più diretto per distinguere i vari tipi di telescopi è di suddividerli in base al loro schema di costruzione ottica. In generale i telescopi astronomici si dividono in due categorie: i rifrattori ed i riflettori. I primi utilizzano un obiettivo a lenti, nei secondi l'obiettivo è uno specchio concavo. Entrambi i tipi di telescopi presentano un certo numero di varianti, ma sostanzialmente sono quattro i tipi più diffusi tra gli appassionati di astronomia: il rifrattore acromatico (ed una sua importante variante, il rifrattore apocromatico), il riflettore di Newton e due tipi di telescopi a schema ottico misto tra il rifrattore ed il riflettore, lo Schmidt-Cassegrain ed il Maksutov-Cassegrain.
Ciascuno di questi schemi ottici è stato sviluppato e perfezionato per offrire immagini le più nitide, contrastate e luminose possibile. Quattro telescopi di identico diametro, focale e qualità ottica ma di schema diverso utilizzati in identiche condizioni per osservare, poniamo, la Luna, genereranno immagini certamente simili, ma non uguali. Le differenze saranno valutabili solo con una certa attenzione, ma risulteranno alla fine evidenti. Il rifrattore fornirà immagini più nitide e contrastate, il riflettore Newtoniano immagini più luminose, mentre lo Schmidt-Cassegrain fornirà immagini leggermente meno contrastate che negli altri due telescopi. Analizzando però i telescopi sotto altri punti di vista, risulta immediatamente chiaro che: